È a inizio ‘900 che si arriva a una svolta fondamentale sulla ricerca per le specificità delle acque minerali grazie alle nuove acquisizioni (sia conoscitive che strumentali) in campo chimico-fisico e fisiopatologico atte a evidenziare la sede e il meccanismo d’azione delle acque stesse.
Grazie alle nuove scoperte, gli scienziati Marotta e Sica, in base alla composizione chimica delle acque, poterono stilarne una lista ad oggi ancora in vigore.
Si iniziava a riconoscere azioni più specifiche per i vari tipi di acque: inizia quindi a esserci un primo vero e proprio differenziamento delle pratiche idrologiche, ad es. malattie della pelle trattate con acque sulfuree e problemi ginecologici trattati con bagni salso-iodici.
Vennero realizzati, quindi, vari apparecchi per cure intestinali o ginecologiche e si crearono, infine, i primi macchinari per sfruttare le proprietà dei vapori delle acque: in Francia ad esempio, negli anni ’40, nelle stazioni termali sulfuree, vennero adottati i primi apparecchi di aerosol termale a circuito aperto.
La classificazione di Marotta e Sica (1933) ha diviso le acqua in base alla temperatura, al residuo fisso presente a 180°, e alla composizione chimica.
Le acque vengono classificate in base a parametri generali come: colore, odore, sapore e limpidità, in base alle caratteristiche chimico-fisiche e alle virtù terapeutiche.
Le acque durate il percorso che le porta dal sottosuolo alla superficie si mineralizzano in base al tipo di roccia che attraversa acquistando quindi le caratteristiche chimiche e fisiche che le rendono attive dal punto di vista terapeutico.
Ogni acqua è diversa dall’altra per la composizione chimico-fisica per cui è fondamentale conoscere il tipo di acqua al quale ricorrere per il trattamento della patologia.
Si definiscono minerali le acque naturali con proprietà chimiche e fisiche che le differenziano dalle acque destinate al consumo umano.
All’interno è possibile trovare disciolte sostanze solide come: cloruri, bromuri, ioduri, fluoruri, solfuri, solfati, carbonati, di sodio, potassio, litio, calcio, magnesio, bario, stronzio, ferro, manganese; composti arsenicali, acido borico, silice, acido cloridrico o composti gassosi come: anidride carbonica, acido solfidrico, azoto, elio ed altri gas nobili, idrocarburi, sostanze radioattive.
Quando uno ione è presente in quantità superiore a 20 meq/l dà il nome all’acqua. La presenza di diversi ioni prevalenti origina la classificazione di acque pluriioniche.
Le principali acque sono:
- Acque Salse o Cloruro-Sodiche: Vi è prevalenza di sodio e cloro (azione disimbibente sui tessuti edematosi);
- Acque Sulfuree: quantità di acido solfidrico >1mg/l (azione antinfiammatoria);
- Acque Arsenicali Ferruginose: ferro e arsenico in alte concentrazioni (azione tonica-stimolante);
- Acque Bicarbonate: sono le più diffuse e contengono bicarbonato di calcio (azione sulla contrattilità venosa);
- Acque Solfate: quantità di zolfo >200mg/l;
- Acque Carboniche: la quantità di anidride carbonica libera è molto più alta (>300cc/l) rispetto alle altre acque nelle quali questa è comunque presente (azione tonificante Tissutale);
- Acque Radioattive: Questa caratteristica fisica è legata alla presenza di Radon al loro interno, almeno 1nC di Radon/l (azione analgesica antispastica);
- Acque Salso-Bromiche: Sono acque di origine marina contenenti cloruro di sodio, iodio e Bromo.